CasteldacciaPuntoDoc
Appunti per una storia di Casteldaccia e dei Casteldaccesi
domenica 10 marzo 2024
Casteldaccia Solidale
venerdì 2 settembre 2022
"Quel favoloso sbarco" di Gianni Guaita
sabato 29 gennaio 2022
'A Zotta: riferimento culturale tra gli anni Settanta e Ottanta
A’ Zotta, dal siciliano «frusta» o «flagello», è stato un mensile, poi bimestrale, autoprodotto e curato dal Centro Culturale “Maria SS. Immacolata”. Famoso tra gli anni Settanta e Ottanta, ha segnato un’epoca: un punto di riferimento negli anni in cui Casteldaccia cerca di liberarsi da quella coltre mafiosa. Fondamentale in questo progetto il ruolo della parrocchia, in particolare di padre Cosimo Scordato. Nella redazione degli anni ’80, sita in via Lungarini n° 10, tra i più attivi si annoverano Filippo Fiorentino, Paolo Di Giacinto, Gaetano Aiello, Cosimo Virruso, Lucio Galati, Pierluigi Lo Monaco, Giuseppe Panno, Giusy Fiorentino e Giancarlo Mancuso. Tra gli autori compare anche un anonimo ed enigmatico “Quisque de populo”. Non mancano gli spazi dedicati agli alunni delle scuole medie. La copertina è, invece, realizzata dal compianto artista casteldaccese Giovanni Castiglia. Non è stato facile ritrovare i numeri della rivista, ma buona parte si trova conservata presso la biblioteca della parrocchia. Chiediamo la collaborazione della comunità casteldaccese per colmare le lacune dei numeri mancanti in questa raccolta della A’ Zotta.
martedì 15 dicembre 2020
Andrea Raia, assassinato nell'agosto del '44
di Dino Paternostro
Quello di Andrea Raia, segretario della Camera del lavoro di Casteldaccia, fu il primo delitto mafioso del secondo dopoguerra in provincia di Palermo. Raia venne assassinato a Casteldaccia, un comune della fascia costiera vicino Palermo, la sera del 5 agosto 1944. Era membro per conto del Pci della Commissione comunale per il controllo dei granai del popolo. Puntiglioso nello svolgere il suo ruolo, si scontrò ben presto con l’amministrazione comunale. Nonostante i tentativi delle autorità di ridimensionare il significato dell’assassinio, tratteggiando la figura dell’attivista politico-sindacale come quella di un poco di buono, donnaiolo e spesso “alticcio”, alla fine, lo stesso maresciallo della stazione dei carabinieri di Casteldaccia non poté esimersi dallo scrivere «che la uccisione del Raia sia stata determinata dalla attività da lui svolta in favore dei granai del popolo e per la propaganda contraria che gli faceva l’Amministrazione Comunale e specialmente il Sindaco al quale era pervenuta la notizia che il Raia aspirava a sostituirlo nella carica».
venerdì 13 novembre 2020
Topazia Alliata (Palermo 1913 – Roma 2015)
In verità io personalmente non ho dato gran peso al cognome che porto. Certo, un notevole peso lo ha la storia che questo cognome, questa famiglia ha attraversato. Una storia fatta di pagine grigie, di pagine nere, di pagine d’oro… una storia nella quale si sommano intelligenze e negligenze, potere e arroganza, generosità e possesso, opportunismo e grandi opportunità… chiamarsi Alliata, allora, significa, forse, portarsi inconsapevolmente dentro il peso di tutto questo… mi piace pensare che lungo la linea di questa famiglia corra sempre un elemento unificante è quella misteriosa capacità creativa, un dono che si perpetua, che ci ha sospinti, anche se con risultati diversi, verso la cultura, l’arte, spesso su posizioni di avanguardia.